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Conservare le
risorse naturali

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Come Posso Agire?

La posta in gioco

L’economia circolare si può definire come quel sistema economico che sfrutta e riutilizza le proprie risorse con l’obiettivo di estenderne il ciclo di vita il più a lungo possibile. Consiste principalmente nel riutilizzo di un prodotto che ha terminato il proprio ciclo di vita reintroducendolo all’interno del ciclo economico.

L’economia circolare diventa dunque fondamentale per risparmiare le risorse naturali in quanto incoraggia fortemente l’utilizzo di materie prime sostenibili, si basa sul riutilizzo ed il riciclo dei rifiuti e dei prodotti che hanno esaurito la propria utilità e si trova alla base delle energie rinnovabili.

Gli obiettivi di sostenibilità

Ogni anno, l’attività umana ha un peso sulle risorse naturali terrestre più che doppio rispetto alla capacità di rigenerazione della natura: deforestazione, esaurimento dei suoli, pesca eccessiva, inquinamento nei processi di estrazione di materie prime non rinnovabili sono solo alcuni tra mille esempi.

L’obiettivo di sostenibilità che si vuole raggiungere attraverso il risparmio delle risorse e l’economia circolare è un ritorno all’equilibrio tra quanto la Terra ci mette a disposizione, e quel che consumiamo ogni anno.

Gli investitori hanno un ruolo chiave appoggiando sia gli imprenditori che approcciano con responsabilità le attività economiche legate alle risorse naturali, sia le società che integrano la circolarità nel loro modello di business, cioè integrando le tematiche legate alla riciclabilità e la riparabilità dei loro prodotti, la produzione di precisione evitando gli sprechi, la transizione energetica e che stanno attenti a ridurre l’uso delle materie prime non rinnovabili nel proprio processo produttivo.

Le strategie di gestione

I gestori di fondi sostenibili utilizzano diverse strategie di gestione:
L’approccio per Esclusione: molti fondi hanno approcciato la tematica escludendo settori e attività non gestite in maniera responsabile – ad esempio per le attività legate alle foreste e alla pesca. A volte hanno bandito l’estrazione energetica e di materie prime, oppure le pelliccie.
L’approccio Tematico: ci sono fondi specializzati dedicati all’economia circolare e alle risorse naturali sostenibili. Agiscono nel settore primario (agricoltura, acquacoltura), secondario (industria, automazione e riciclo) e terziario (modelli di servizio, riciclo e uso veicoli elettrici ecc.).
L’approccio Normativo: i fondi fanno particolare riferimento alla Convenzione sulla Biodiversità rivista annualmente dalle 196 parti firmatarie radunate nella COP ; molti i criteri usati, ad esempio l’adesione delle società in portafoglio a label settoriali sostenibili (pesca, agroforesteria, etc.).
Le Best practice – impact investing: i fondi più avanzati “ad impatto” usano i criteri dell’ONU o del GIIN cioè degli standards di valutazione omnicomprensivi d’impatto, che copre tutti gli aspetti extrafinanziari, per misurare la qualità delle società dove investono.

Abbiamo  identificato attualmente 90 criteri per qualificare l’azione dei fondi relativamente all’economia circolare e all’uso responsabile di risorse naturali. Troviamo qui una prevalenza di strategie che valutano l’Impatto ESG e gli Screening effettuati dalle società di gestione con un ESG Risk però presente per importanti questioni come la valutazione di eventuale greenwashing e altre controversie.

A livello di Impatto, molte società hanno fortemente puntato su tematiche legate all’acqua e all’energia, e questo è un buon passo in avanti.
A livello di Screening possiamo notare come la parte più rilevante dei fondi comuni utilizza soprattutto delle strategie di esclusione (pellicce, energie non rinnovabili, materie prime).

L’economia circolare essendo un tema che coinvolge tutti i settori di attività, la nostra classifica tiene conto sia dei fondi tematici a stretto contatto con la natura, che i tematici dedicati all’uso efficiente di risorse in ambito industriale e commerciale.

Gli impatti avversi

l’Economia circolare è un settore strategico per l’Europa, poiché il continente non è particolarmente ricco di materie prime e l’Europa promuove le iniziative mirate a garantire la disponibilità delle risorse naturali necessarie all’economia europea. Impone altresì di contenere i danni all’ambiente derivante dalle proprie attività economiche.

L’Unione Europea impone ai fondi sostenibili di misurare:

  • Emissioni in acqua:
    Le Tonnellate di emissioni in acqua generate dalle società partecipate per milione di euro investito, espresse come media ponderata.
     
  • Quota di rifiuti pericolosi:
    Le Tonnellate di rifiuti pericolosi generati dalle società partecipate per milione di euro investito, espresso come media ponderata.
     

Inoltre, l’Unione europea consiglia ai fondi sostenibili di quantificare:

  • Uso e riciclaggio dell’acqua:
    La quantità media di acqua consumata e depurata dalle società partecipate (in metri cubi) per milione di euro di ricavi delle società partecipate.
  • Investimenti in aziende senza politiche di gestione dell’acqua:
    La quota di investimenti in società partecipate senza politiche di gestione dell’acqua.
  • Esposizione ad aree ad alto stress idrico:
    La quota di investimenti in società partecipate con siti situati in aree ad alto stress idrico senza una politica di gestione dell’acqua.
  • Rapporto rifiuti non riciclati:
    Le Tonnellate di rifiuti non riciclati per milione di euro investito.
  • Produzione di rifiuti nelle operazioni:
    La quota di beni immobili non dotati di strutture per la selezione dei rifiuti e non coperti da un contratto di recupero o riciclaggio dei rifiuti.
  • Consumo di materie prime per nuove costruzioni e ristrutturazioni importanti:
    La Quota di materiali da costruzione grezzi (esclusi quelli recuperati, riciclati e di origine biologica) rispetto al peso totale dei materiali da costruzione usati nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni importanti.
Approfondimenti

L'uso responsabile delle Risorse Naturali (en)

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